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Martedì 20 caduce 12
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Leggere la data deve essere facile quanto leggere l'ora. Allora, poiché la misura delle ore utilizza multipli di 6 (12, 24, 60), il nuovo calendario utilizzerà una base simile, la base sessagesimale (6, 60). Questi due numeri, 6 e 60, si distinguono per la complementarità (60 = 10 x 6) e la divisibilità (6 è divisibile per 2 e 3, 60 per 2, 3, 4, 5, 6, 10, 12, 15, 20 e 30).

L'anno solare sarà dunque diviso in sei periodi di 60 giorni chiamati sesi. 6 x 60 = 360. Ne rimangono 5. Ora fra i sei oggetti ci sono cinque spazi. Un giorno detto giorno avventizio si colloca in ciascun spazio o, è lo stesso, dietro ognuno dei primi cinque sesi. 360 + 5 = 365. Il conto torna.

Per agevolare la transizione fra il calendario attuale e il calendario sessagesimale, sarebbe augurabile che quest'ultimo cominciasse il giorno del solstizio d'inverno (nell'emisfero settentrionale, d'estate nell'emisfero meridionale) espresso in tempo universale.

Da questa data in poi, i sei sesi si chiamano rispettivamente frigée, éclose, florée, granée, récole e caduce. Questi nomi francesi, la cui etimologia latina è trasparente, sono ispirati dall'osservazione del ciclo della vegetazione nei climi temperati.

I giorni sono numerati dentro ciascuno sese da 1 a 60. L'anno comincia dunque il primo frigée e finisce il 60 caduce. Se il giorno dopo il 60 caduce non coincide con il solstizio d'inverno (ciò che accadrà circa ogni quattro anni), un sesto giorno avventizio si collocherà alla fine dell'anno, dietro caduce. Questo sesto giorno avventizio da il nome all'anno di 366 giorni: anno sestile.

Ciascuno sese è diviso in dieci periodi di sei giorni o secine. Questi giorni si chiamano lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato. Ne consegue che ogni sese comincia un lunedì e finisce un sabato, e che ogni 2, 8, 14, 20, 26, 32, 38, 44, 50, o 56 di ciascuno sese sarà sempre un martedì, qualunque sia il sese, qualunque sia l'anno. In buona logica, ci sono sessanta secine in un anno sessagesimale. Ciò che si riferisce a la secina si dice secinale, ciò che si riferisce al sese, sessagesimale.

Quindi vengono i giorni avventizi. L'etimologia evoca apporti da fuori, oggetti in soprannumero, elementi aggiuntivi. Per il carattere straordinario, questi giorni saranno più volentieri festivi, come il primo frigée (capodanno) e il giovedì 58 caduce (giorno dei bambini, data intermedia fra il giorno di San Nicola e quello di Natale, che apre il ponte del cenone). Ispirandosi a diverse tradizioni, questi giorni si chiamano rispettivamente:
- baccanale (giorno di Bacco, giorno degli innamorati, ultimo giorno di carnevale che corrisponde al 19 febbraio attuale),
- ceres (giorno di Cerere, il cui nome è apparentato alle parole crescita e creazione, festa del rifiorimento della natura, 21 aprile),
- musica (festa della musica, 21 giugno),
- liber (giorno del libro, festa dell'espressione scritta in ogni forma, 21 agosto),
- memento mori (giorno dei morti, festa degli antenati, 21 ottobre),
- sext (sesto giorno avventizio che ritorna ogni quattro anni verso il 21 dicembre).

La trascrizione delle date in cifre è anch'essa molto semplice. Due cifre sono necessarie per il giorno (01 a 60), una per il sese (1 a 6) e tre per l'anno, per evitare qualsiasi confusione. Siccome l'ora si scrive secondo un ordine decrescente (ore, minuti, secondi), la data segue un ordine simile: anno, sese, giorno. Il primo frigée dell'anno 1 sarà così scritto: 001.1.01, il 24 granée 147: 147.4.24. Un giorno avventizio è numerato come il sessantunesimo giorno del sese precedente. Per esempio, il baccanale dell'anno 22, più correntemente baccanale 22, si scriverà: 022.1.61.

Il primo anno del calendario sessagesimale è l'anno 1 (o 001). Il primo frigée 001 è il giorno dopo il 20 dicembre 2012 del calendario gregoriano. Questa data coincide con la fine di un ciclo di 13 baktun del calendario maya (1 baktun = 144 000 giorni).

Le date anteriori rimarranno espresse secondo le regole del calendario d'origine. I riferimenti storici sono così conservati.


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